Forum di ExNovo - Archeologi e Società

Formare l'archeologo

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Riccardo Montalbano
view post Posted on 9/2/2008, 17:19




Alla Sapienza,facoltà di lettere e filosofia,invece funziona diversamente:il corso di laurea si chiama "scienze storico-archeologiche del mondo classico e orientale".Questo a sua volta è diviso in 3 diversi curricula,organizzati però GEOGRAFICAMENTE: 1)orientale(a sua volta articolato in:vicino oriente o asia centrale o estremo oriente) 2)classico (greco-romano ) 3)delle Americhe.
Il problema è che questi curricula non sono BUROCRATIZZATI: mi spiego meglio. Se uno studente vuole seguire un percorso classico deve semplicemente sostenere esami affini alla sua scelta (boicottando quindi esami come,che ne so, archeologia del Giappone),senza alcuna comunicazione ufficiale.
Io sono un esempio di curriculum personalizzato:avevo iniziato i miei studi con l'intenzione di diventare un orientalista.Poi mi sono pentito ed ho iniziato a fare esclusivamente esami di archeologia classica.Ma,una volta laureato,nessuno saprà se io sono un classicista o un orientalista,perchè il corso di laurea è generico.Sarò semplicemente un laureato in "scienze storico-archeologiche del mondo CLASSICO E ORIENTALE".
Forse non mi sono spiegato bene...E me ne scuso.
Ciao a tutti
 
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Francesco Bertazzo
view post Posted on 9/2/2008, 18:42




Ti sei spiegato bene. Il discorso è uguale anche se facciamo esempi diversi.... Ci si laurea in "un qualcosa" che non riporta il curriculum che si è fatto. Tu dici che non sono burocratizzati, in realtà nemmeno da noi nel senso che uno può iniziare un cammino sceglendo certe materie (e quindi corrisponde di fatto a scegliere un curriculum/indirizzo) e poi accorgersi che vuol cambiare.... questo è possibile anche da noi senza perdere nulla ovviamente e non è una cosa da formalizzare in senso vero e proprio...
Resta il fatto che tu peschi comunque da una lista di materie che suppongo leggerai sul manifesto(dove sono scritti gli insegnamenti attivati nella tua Università); il concetto espresso prima era che comunque ci si può appellare alle tabelle ministeriali qualora non si vogliano rispettare alla lettera le indicazioni del manifesto...(ipotizzo ad esempio variare il numero di crediti di un esame).
 
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Alessandro Pintucci
view post Posted on 17/3/2008, 17:31




Per risollevare un po' la discussione che sembra arenata da qualche tempo vi voglio aggiornare sul fatto che nelle riunioni in giro tenute fino ad oggi (Genova, Firenze, Modena) il tema della formazione è stato molto apprezzato e il progetto di raccogliere esperienze da tutta Italia sta iniziando a partire.
 
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Fabrizio danieli
view post Posted on 17/3/2008, 21:13




Volevo rispondere a Marco Amadei, anche se qualche mese dopo. Perché non vai un attimo sulla discussione che ho postato io tempo fa su scuola di specializzazione e dottorato? Li ribadivo l'importanza degli standard. Comunque ragazzi o a nessuno frega nulla di quell'argomento, tranne Tommaso, oppure non tutti riescono a vedere ed accedere e tutte le discussioni. Forse la prima?


Vorrei poi rispondere anche a chi proponeva un iter formativo per l'archeologo, mi sembra Giulio? Non ricordo. Ritengo che sia una buona base da cui partire, ci sarebbe da discutere tanto certo. Però io introdurrei alcuni esami di antropologia. Non dimentichiamo mai che studiamo l'uomo, attraverso le sue opere. Quindi sarebbe meglio che qualsiasi archeologo conoscesse le dinamiche sociali umane e i tipi di organizzazione sociale ed economica dei gruppi di umani stessi.
 
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Febos
view post Posted on 17/3/2008, 21:26




Ciao alessandro pintucci ma queste riunioni tenute a firenze modena e genova da chi sono state organizzate?? dove ci si può informare su cosa è stato detto o se sono state buttate giu delle idee sull'argomento?.....cmq è vero purtroppo l'argomento si è un pò arenato ma cm ci si può organizzare nel coordirane riunioni esculusivamente sull'argomento formazione in tutte le facoltà di arheologia e beni culturali d'italia????
 
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Giulio Galluzzi
view post Posted on 17/3/2008, 22:11




Per Fabrizio: concordo pienamente con te e credo che debba essereci molta più attenzione sul metodo comparativo, che nell'archeologia Italiana raramente viene utilizzato come ullteriore mezzo di verifica..

Per febos: ti posto i resoconti dei diversi incontri tenuti, così ti fai un idea. cmq il 20 aprile alla Sapienza ci sarà un altro incontro e ovviamente sarai il benvenuto...

GENOVA

Molto positivo é il bilancio dell'incontro che si é svolto lunedí 3 marzo tra la Confederazione Italiana Archeologi e un gruppo di colleghi di Genova.
La discussione é partita dalla presentazione dell'associazione e dall'illustrazione delle attività svolte e dei progetti in corso di realizzazione.
É stato un importante momento di confronto grazie a cui l'associazione ha raccolto informazioni sull'organizzazione dell'università di Genova e sulla situazione lavorativa in Liguria.
Il dibattito ha sollevato importanti questioni che abbiamo deciso di approfondire insieme:
ruolo svolto oggi dagli archeologi all'interno delle cooperative e società archeologiche;
condizioni di lavoro degli archeologi che operano per coop e società, in particolare per ciò che riguarda le questioni di genere; affermazione della necessità del riconoscimento dei diritti connessi alla maternità;
elaborazione di proposte che possano aiutare gli archeologi, considerando che svolgono attività usuranti;
rivendicazione della proprietà intellettuale dei dati e delle elaborazioni scientifiche che vengono prodotte e firmate dagli archeologi per poi essere consegnate ai committenti del lavoro;
affermazione della necessità di rendere pubblici i dati prodotti dai lavori archeologici;
rilancio della rivista on-line ex-novo
Per approfondire tutti i temi sollevati durante la discussione ed ampliare l'analisi della situazione dell'archeologia in Liguria si é deciso di organizzare al più presto nuovi incontri.
Con i colleghi di genova si é deciso di organizzare un confronto pubblico tra rappresentanti dell'università, soprintendenze, enti locali, imprese, istituti, professionisti e associazioni per aprire un dibattito che analizzi la formazione e le condizioni lavorative degli archeologi in Liguria, per elaborare proposte condivise sulle prospettive occupazionali nella regione.

ALESSANDRO PINTUCCI


FIRENZE

Il bilancio dell'incontro svoltosi lo scorso 7 marzo tra la Confederazione Italiana Archeologi e un gruppo di colleghi di Firenze è decisamente positivo.
Partendo dalla presentazione dell'associazione e dall'illustrazione delle attività svolte e dei progetti in corso di realizzazione la discussione si è trasformata in un importante momento di confronto grazie a cui l'associazione ha raccolto informazioni sulle problematiche della situazione lavorativa in Toscana.
Il dibattito ha sollevato importanti questioni quali
- la necessità di un maggiore coinvolgimento, nel dibattito sul riconoscimento professionale, di tutti i soggetti coinvolti nei vari ambiti della professione dell’archeologo (università, soprintendenze, enti locali, imprese e cooperative);
- un maggiore coordinamento con gli enti locali per rientrare tra i soggetti coinvolti nella verifica dell’impatto ambientale (in riferimento al recepimento, da parte della regione Toscana, della Convenzione di Malta, tra le linee di indirizzo della progettazione del territorio);
- la necessità di ottenere anche in Toscana il recepimento della legge Bersani sulla liberalizzazione delle guide turistiche;
- il ruolo dell’archeologo sul cantiere dal punto di vista delle responsabilità sia giuridiche che scientifiche;
- le condizioni di lavoro degli archeologi che operano per coop e società, in particolare per ciò che riguarda le questioni di genere;
- necessità di approfondimenti giuridici e normativi relativi alle differenti tipologie dei rapporti di lavoro, alle norme comunali, regionali e statali riguardanti l’archeologia (codice degli appalti, verifica interesse archeologico, ecc…).
Per approfondire tutti i temi sollevati durante la discussione e ampliare l'analisi della situazione dell'archeologia in Toscana si é deciso di organizzare al più presto nuovi incontri.
Con i colleghi toscani si é deciso, inoltre, di organizzare una serie di seminari di approfondimento dal punto di vista giuridico e normativo in merito ai problemi della sicurezza nei cantieri, al riconoscimento dei titoli formativi, con il coinvolgimento di esperti nei vari settori specifici (avvocati, giuristi e ispettori del lavoro, ecc). Questi seminari costituiranno un momento di formazione e approfondimento per gli associati e insieme sede concreta per proporre soluzioni concrete ad enti locali e forze politiche.

MARCO AMADEI

MODENA

Sabato 15 marzo a Modena, presso il Palazzo dei Musei, si è svolto un interessante incontro tra la Confederazione Italiana Archeologi e i colleghi dell’Emilia Romagna. Erano presenti rappresentanti, tra cui presidente e vicepresidente, della SAUI, con cui l’associazione si è recentemente confederata.
La riunione, introdotta da Claudio Cavazzuti, dottorando dell’Università di Ferrara e membro del Consiglio Direttivo di ambedue le associazioni, è iniziata con la presentazione della Confederazione e l'illustrazione delle attività svolte e dei progetti in corso di realizzazione.
É stato un momento di confronto prezioso grazie a cui l'associazione ha raccolto informazioni sulla situazione lavorativa nella regione, in cui si vive un momento di fermento legato alla presenza o alla programmazione di cantieri di grandi infrastrutture.
Il dibattito ha sollevato importanti questioni e proposte che abbiamo deciso di approfondire insieme in incontri successivi:
- condizioni economiche e lavorative degli archeologi che operano per conto di cooperative o società che eseguono interventi archeologici in Emilia Romagna;
- ruolo attualmente svolto dagli archeologi all'interno delle cooperative e società archeologiche;
- condizioni di lavoro degli archeologi che operano per cooperative e società, in particolare per ciò che riguarda le questioni di genere, tra cui il riconoscimento dei diritti connessi alla maternità;
- elaborazione di una proposta di tariffario per l’Emilia Romagna, che, come già il testo prodotto dall’associazione per il Lazio, parta dalla paga effettiva dell’archeologo e non dalla cifra su cui effettuare ribassi in gara d’appalto;
- verifica della liceità dell’utilizzo del rapporto lavorativo di collaborazione (partita iva o co.co.pro.) sugli scavi archeologici, considerando che gli archeologi, nella prassi, sono obbligati ad essere presenti costantemente durante gli orari di cantiere;
- rivendicazione della proprietà intellettuale dei dati e delle elaborazioni scientifiche che vengono prodotte e firmate dagli archeologi per poi essere consegnate ai committenti del lavoro e alle soprintendenze;
- progettazione e creazione di un bollettino per la pubblicazione delle relazione scientifiche;
- affermazione della necessità di rendere pubblici i dati prodotti dai lavori archeologici;
- richiesta di collaborazione alla rivista on-line ex-novo.
Per approfondire tutti i temi sollevati durante la discussione ed ampliare l'analisi della situazione degli archeologi in Emilia Romagna si è deciso di organizzare al più presto nuovi incontri.
Con i colleghi presenti a Modena si è deciso di organizzare un confronto pubblico tra rappresentanti dell'università, soprintendenze, enti locali, imprese, istituti, professionisti e associazioni per aprire un dibattito che analizzi i processi di formazione e le condizioni lavorative degli archeologi in Emilia Romagna, per elaborare proposte condivise sulle prospettive occupazionali nella regione.

TOMMASO MAGLIARO
 
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Febos
view post Posted on 19/3/2008, 11:30




ok grazie mille giulio di ttutte le info....di sicuro a quella che si terra alla sapienza non mancherò! ma c'è gia una idea degli argomenti che si vorranno trattare?
 
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Jacopo Queirolo
view post Posted on 19/3/2008, 22:41




Salve a tutti, come il buon Bertazzo anche io frequento l'università di Genova e sono al quarto anno di triennale, anche se la tesi è finalmente in dirittura di arrivo... Riguardo la mia esperienza che dire, poche luci e molte ombre, come mi sembra per tutti. Mi sembra di capire che sia emerso che i problemi principali siano la mancanza di omogeneità riguardo ai programmi dei diversi atenei, e la pura e semplice qualità della preparazione. Penso che questi siano temi molto forti, su cui sia importante lavorare il prima possibile sia come organizzazione che come singoli, tramite i rappresentanti.

Riguardo al nostro manifesto degli studi, è vero che noi qualche "paletto" da rispettare lo abbiamo, come diceva Francesco, ma penso siano del tutto insufficienti. Seguendo un iter di studi piuttosto ortodosso, e nonostante abbia cercato di scegliere esami attinenti al periodo che più mi interessa, il Medioevo, ho comunque la sensazione di avere una conoscenza molto frammentaria e "debole" di quella che dovrebbe poter essere già da ora la mia professione, secondo lo spirito della riforma che presenta la triennale come un avviamento rapido al lavoro. Penso che sia importante mantenere un periodo di studi in cui si tocchino un po' tutti gli ambiti della disciplina, perchè questo mi ha enormemente allargato le prospettive, devo ammettere; ma che sia limitato a 1 anno, AL MASSIMO 2, perchè ok che le basi sono importanti, ma 1) a studiar solo basi si va poco lontano 2) ogni ambito archeologico, se studiato con profondità, è già un carico enorme, ma che almeno ti lascia una conoscenza SOLIDA e CONCRETA delle materie su cui ti affanni.

Riguardo alla qualità della preparazione, i professori hanno troppa, TROPPA, libertà. Non c'è alcuna garanzia che i programmi degli esami siano: 1) Coerenti 2) Completi 3) Aggiornati. Inoltre posso dire con certezza che il livello richiesto è basso. Ammetto che ne ho beneficiato io per primo, avendo una media altissima che non corrisponde alla mia effettiva preparazione, compensata con una parlantina sciolta... :P 2 o 3 punti me li toglierei, ad essere onesti.

Bon, ho finito scusate la lunghezza, e fatevi coraggio!
 
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Febos
view post Posted on 20/3/2008, 00:18




eheh per quanto riguarda l'ultima frase..idem per me jacopo eheheh media molto piu alta rispetto alla preparazione che mi sento sinceramente di poter vantare ahahah ;-)
 
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Giulio Galluzzi
view post Posted on 20/3/2008, 01:01




per Febos: di sicuro ci saranno resoconti su iniziative curate dalla cia Lazio, come :
- Progetto Osal
- corso di prontosoccorso
- progetto V municipo

poi si sta pianificando. Se vuoi proporre un tuo punto di vista, magari puo essere uno spunto di discussione proassemblea

per jacopo: benvenuto!
bene sei un ulteriore conferma di un sistema che ha evidentemente delle lacune sistematiche.
Secondo me è estremamente importante verificare le dimensioni di queste falle nella nostra formazione, quanto siano generalizzate e non circoscritte a singoli casi universitari. Di sicuro il forum non è certo uno strumento scientifico di verifica, ma da qui bisogna partire !

fatevi sentire !
 
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Tommaso Magliaro
view post Posted on 20/3/2008, 09:31




Bene bene....
caro Fabrizio, sono contento di risentirti e sono contento che in realtà l'argomento non appassione solo me.
Benvenuto a Jacopo Queirolo, e ben risentito a Febos.
Visto che in questa discussione si sono aperte prospettive palesate da realtà formative diverse, credo che sia il caso, come suggeriva il buon Febos, di cominciare a raccogliere informazioni dettagliate (almeno delle università che frequentiamo) sull'offerta formativa, al fine di stilare un documento di analisi e una conseguente proposta.
Uno spunto importante è stato dato da alcuni interventi pubblicati negli atti dei convegni della CIA (Beni culturali e lavoro e La laurea deve fare l'archeologo). Il prof. Tortorella, la prof. Panella, il prof. Vanzetti, hanno fatto alcune analisi (numeriche) sui dati della riforma universitaria.

Se veramente vogliamo cercare (e proporre) una soluzione rimbocchiamoci le maniche....


Scusate mi dimenticavo di dire che proprio il prof. Vanzetti, ha inviato poco prima della pubblicazione degli atti dei convegni, avvenuta in occasione della Borse di Paestum, in concomitanza con l'Assembela Nazionale della Confederazione, ha inviato, dicevo, un'appendice al suo intervento sulla Riforma Moratti. Lo abbiamo da poco pubblicato sul sito web della CIA.

http://www.archeologi-italiani.it/document...%20Vanzetti.pdf

Scusate la digressione.
 
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25 replies since 26/1/2008, 14:10   1047 views
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